Una ruspa sulla mia città
Il 23 maggio del
'92 ero a Palermo, a letto con una
gamba rotta,
e ho sentito gli elicotteri e le sirene che passavano
attorno e sopra
la casa di Cardillo dove abitavo,
in direzione dell'aeroporto.
Erano tanti elicotteri
e tante sirene
e ho acceso la televisione
e dopo un po' è stato detto
ed
ho iniziato a piangere
impotente e a maledire il posto dove sono nato,
come quel giorno che ero al porto alla cala
ed è arrivata un'amica e mi ha detto che avevano
ucciso il mio amico Rostagno.
E pensavo che Palermo è una citta'
come il vecchio comma 22
dove chi agisce realmente per il cambiamento
viene ucciso
e quindi chi è rimasto ed è vivo
per ciò stesso è una persona inutile.
E il mio ultimo progetto
per la mia città
è una grande ruspa
che parte da Sferracavallo
e arriva a Bagheria
con una lama rusposa
alta cento metri
e larga cinquecento
che in poche ore
arerebbe tutta la citta' per benino
e gli abitanti
guarderebbero lo spettacolo dalle colline
e forse dopo ricostruirebbero la loro vita
con più rispetto.
Forse.
da "23 maggio 1992- memoria di un pomeriggio italiano"