Dedella
Orlando ha fondato, con due socie, la Libreria dei Ragazzi di Palermo. Clicca qui per la storia della Libreria dei Ragazzi. La Libreria dei Ragazzi (Palermo, fine anni
’70) La Libreria dei Ragazzi di Palermo
fu un’iniziativa editoriale e pedagogica sperimentale nata nella seconda
metà degli anni Settanta. Costituita come cooperativa da un gruppo di
donne la Libreria si presentava come “uno spazio alternativo per
ragazzi” . In questa sede non si vendevano giocattoli convenzionali:
come riporta un articolo dell’epoca, nella sede di Via XX Settembre non
c’erano “bambole né pistole di plastica” , ma solo materiale didattico e
creativo. Il progetto mirava sia ad offrire cultura e svago ai bambini
sia a promuovere un approccio educativo non autoritario, in linea con le
istanze femministe e pedagogiche emergenti del periodo. All’interno dei suoi due locali
dedicati ai libri, la Libreria ospitava una selezione mirata di titoli
per l’infanzia. Si trattava di libri “da costruire o ritagliare” per i
più piccoli, e di narrativa (inclusa la fantascienza) per i ragazzi più
grandi . Non erano invece disponibili manuali scolastici: al contrario,
la Libreria vendeva anche libri scientifici e di divulgazione per
integrare le nozioni apprese a scuola . Dal reparto giocattoli –
collocato in due vani separati – erano volutamente esclusi giocattoli di
plastica e bambole tradizionali : si preferivano invece giochi creativi
e materiali artistici che stimolassero l’immaginazione (pasta da
modellare, legno da costruzione, ecc.). In questo modo l’offerta
rifletteva una visione pedagogica innovativa, lontana dagli stereotipi
commerciali dell’epoca.
Corsi ed
eventi formativi Oltre alla vendita, la Libreria
organizzava corsi e laboratori per bambini nel terzo locale a
disposizione. Un reportage del tempo elenca corsi di attività manuali
(gioco strutturato, disegno, tessitura, ceramica, fotografia, ecc.)
rivolti ai più piccoli . Parallelamente, venivano tenute conferenze e
cicli di incontri in cui i ragazzi potevano confrontarsi “da
protagonisti” con gli adulti su temi culturali: fra questi erano
menzionati i mass media e la comunicazione di massa, l’educazione
sessuale, la musica popolare, e perfino l’opera dei pupi . Queste
iniziative – tenute spesso da esperti o dagli stessi animatori della
Libreria – si proponevano di coinvolgere i bambini come interlocutori
attivi. In sintesi, come si legge nella fonte, “la caratteristica più
significativa di questa libreria è che vi sono previsti corsi di
attività manuali per bambini: …e cicli di conferenze durante le quali i
ragazzi, da protagonisti, potranno dibattere con ‘i grandi’ su temi che
comprendono fra l’altro… l’opera dei pupi” . Legami con
i movimenti culturali del periodo La Libreria dei Ragazzi si inseriva
nel contesto degli anni ’70 a Palermo come progetto educativo di stampo
laico e femminista. L’articolo citato sottolinea che il locale, aperto
in Via XX Settembre 67, poteva “servire da spunto alle donne del
movimento” culturale che in quegli anni si occupava di infanzia e
pedagogia alternativa . Il fatto che la notizia comparisse su Quotidiano
Donna (giornale di donne e femminista) evidenzia il forte legame con la
militanza femminista: molte delle fondatrici erano infatti donne
impegnate in campo educativo e sociale. Anche Lillina Savagnone,
psicologa e figura attiva nell’informazione locale, è ricordata come
“una delle cinque donne che lavorano all’interno della libreria” . In
definitiva la Libreria funzionava non solo come negozio, ma come punto
di incontro culturale, dialogo e formazione sulla pedagogia della
libertà dell’epoca. Secondo le ricostruzioni, la
Libreria dei Ragazzi rimase operativa per circa cinque anni alla fine
degli anni ’70 e l’inizio degli ’80. Non si è rintracciata
documentazione fotografica pubblica sulla sede o gli eventi (potrebbero
esistere in archivi privati), ma gli articoli di giornale del tempo
costituiscono preziose testimonianze scritte. Ad esempio, un servizio su
Quotidiano Donna descrive dettagliatamente le attività della Libreria .
Altre tracce sono scarse; tuttavia il coinvolgimento delle fondatrici in
ambito pedagogico venne segnalato anche in sedi istituzionali, come
risulta da un’interrogazione parlamentare in cui Savagnone compariva
come cittadina palermitana attiva . L’eredità del progetto – una precoce
esperienza di “libreria per ragazzi” con approccio cooperativo – risulta
significativa nel panorama locale dell’epoca, pur restando quasi
sconosciuta al grande pubblico. Fonti: Articoli d’epoca e repertorio stampa (Quotidiano Donna, 1979) sulla Libreria dei Ragazzi ; altre testimonianze sono reperibili in archivi giornalistici e atti parlamentari . |